Esattamente quarantaquattro anni fa era una sera esattamente come questa. Un po’ indolente e un po’ malinconica. Venezia aveva il fascino che ha Venezia in sere come questa: cullava col rumore ovattato delle sue onde. Sotto questo stesso cielo una patina velata di nuvole nascondeva la luna. E sopra quel ponte ero solo con lei. Ed eravamo soli dal mondo. Io, un po’ pentito nel darmi dello stupido e un po’ indispettito delle sue provocazioni. Lei che sembrava sempre voler giocarsi di me. Le parole erano caute come quelle di chi le teme e come piccoli segreti appena sfuggiti. E’ stato solo un attimo di quarantaquattro anni fa e quarantaquattro anni sono un’intera vita. A pensarci provo una specie di vertigine. E per altro ma anche allora è stato così: una grande vertigine. Ci siamo trovati all’improvviso abbracciati. Le nostre labbra si sono trovate come non aspettassero altro. Con disperazione. Ed è stato come se ci liberassimo di tutte le parole inutili. E delle maschere. E delle nostre paure. E mi son sentito volare, ho dovuto aggrapparmi a quell’abbraccio. E stringerla più forte a me. E incredulo dirmi che tutto era vero. Anche un attimo lontani sarebbe stato solo “Che spreco immenso”. E di quello spreco, raccontato con queste sole parole, con malinconico rimpianto, come può fare il poeta ma il poeta che racconta la vita senza bisogno di raccattare i propri versi, di quello spreco lo sappiamo solo ora. Ma per tutti questi anni c’è stato in me un posto per lei. E’ sempre stata con me come un attimo di tranquillità, come quella presenza amica, come qualcosa che non accetta quel lento trascorrere del tempo. E quarantaquattro anni fa è cominciata quella storia che poi ho ritrovato e che oggi stringo come la cosa più bella che un uomo possa avere, che mi da la più grande ricchezza. Cosa importa se questa storia, senza pudore, l’ho già raccontata un’infinità di volte? Se la conosci. Non mi stanco mai di ripeterla. Cosa importa se non ho saputo allora dirti che ti amo? Lo grido forte oggi, padrone di tutta la mia stupidità, e so che sarà per sempre. E vorrei gridartelo ancora mille e mille volte, e dedicarti tutte le canzoni che un cuore innamorato ha saputo scrivere. Grazie di Esistere “amore”.
Di questo lunghissimo amore
12 dicembre 2011 di Mario
Che meraviglia……….
anche io voglio un uomo così!!!
Ci vuole pazienza e memoria, ci siamo ritrovati (come racconto fin troppe volte in tante altre pagine) molto casualmente dopo più di 41 lunghissimi anni. E soprattutto ci vuole molto… ma molto CULO. Di Lei mi erano rimasti molti ricordi e una dolorosa canzone. Ora quella canzone ci fa meno male, ma allora, nel ’68, eravamo troppo giovani per una storia così importante.
https://emmedigi.wordpress.com/2008/08/16/giochi-di-memoria/
E tutto è successo all’improvviso:
https://emmedigi.wordpress.com/2011/03/13/5551/