Dopo i tre post dell’altra settimana sull’appuntamento del No Tav Tour a Venezia ho trovato questo commento (che in indymedia non è il solo) e credo valga la pena riportarlo come post il cui contenuto mi trova sostanzialmente d’accordo con i fatti che io stesso ho avuto modo di vedere in quella sede di Ca’ Tron città libera. Per essere definitivamente chiari tutta ma mia solidarietà e la mia gratitudine va ai ragazzi di Ca’ Tron.
Aggressione del rivolta contro il movimento NOTAV. Io c’ero…
Sono andato a Ca’Tron per partecipare ad un incontro No Tav con delle persone che si fanno centinaia di kilometri dalla Val Susa per portare esperienze, confrontarsi con altre lotte in tutta italia e far crescere la solidarietà tra chi si oppone senza mediazioni alla distruzione del territorio e della vita della gente, con tutto il pesantissimo corollario di repressione e controllo che accompagna queste operazioni devastanti.
A pochi minuti dall’inizio dell’incontro sono entrati circa 30 militanti di Rivolta, Morion più qualcuno da Padova, in silenzio e in fila indiana con i Capi in testa. Ad un cenno di questi ultimi hanno preso posto tutti insieme, in un clima di forte imbarazzo ed anche di agitazione da parte di qualcuno. La modalità era assolutamente militare.
Non so se si è capito dal comunicato dell’Assemblea No Tav, ma uno di questi militanti di Rivolta o Morion aveva TELEFONATO AD UNO DEI VALSUSINI IL GIORNO PRIMA DELL’INIZIATIVA PER DISSUADERLO DAL PRESENTARSI a CA’TRON!!!
Questo è stato detto pubblicamente durante l’incontro da uno dei No Tav e rivendicato dal ragazzo che aveva fatto la chiamata.
Chiaramente, dopo aver riempito giornali e televisioni, i disobbedienti pretendevano di parlare solo della manifestazione di Roma, intervenendo quasi solo loro (ecco perchè dicono di essere stati “una gran parte delle 100 persone presenti”…) per fare ancora una volta il distinguo buoni/cattivi (che pare da questo comunicato che a loro non piaccia…) tra chi costruisce l’Alternativa e chi ad essa non si adegua, arrivando anche a far capire ai No Tav Valsusini che se non allontaneranno i soliti 2/3 spazi sociali solertemente additati da Casarini su tutti i media come responsabili della catastrofe, avranno difficoltà di rapporti coi No Dal Molin.
E questi accusano gli altri di sovradeterminare le decisioni altrui!
Nonostante il tentativo sia da parte dei ragazzi di Ca’Tron che dei No Tav presenti di disinnescare la serata e non raccogliere nessuna provocazione, verso la fine del “dibattito” i più massicci tra i Disobbedienti intervenuti si posizionano a fondo sala, partono gli insulti e le spinte, alle prime risposte verbali si crea la scontata rissa (ovviamente sproporzionata) che per fortuna dopo qualche minuto si spegne tra le minacce e l’amarezza generale.
Queste modalità sono ormai famose, questa logica del “con noi o contro di noi” è stata attuata già molte volte… come dice l’altro commento non è possibile che a Venezia non possa cadere foglia che i Disobbedienti non vogliano!
L’impressione da esterno è stata quella della sculacciata educativa…”caro studente 20enne, se inizi a fare le cose a Venezia fuori dal nostro seminato vedi cosa succede?”…una logica che fa perdere alle persone la voglia di fare!
Bisogna parlare di queste cose per far capire che le lotte in Veneto sono state sempre determinate da queste realtà il cui unico orizzonte è la conclusione istituzionale (l’assessore in comune o il posto in parlamento) e i risultati si vedono.
Come ha detto un ragazzo all’incontro, bisogna imparare come il delicato equilibrio tra le mille facce del movimento in Val Susa ha retto e sta reggendo, perchè li in 20 anni non hanno fatto neanche un buchetto esplorativo, mentre a Venezia il Mose è a metà dell’opera e a Vicenza di fianco alla base militare hanno costruito un parco e lo hanno chiamato Pace.