Forse il suo era una sorta di sorriso. Aveva alzato le mani con le dita aperte per schermarsi gl’occhi dal sole. Lui le aveva alzate in segno di resa.
“Cosa c’è”?
“Così”!
“Puoi spostarti”?
“Scusa”!
“Mi stai facendo ombra”.
“So io”…
“Non essere cretino”.
“Che ne sai”?
“Hai intenzione di startene lì”?
“Perché”?
“Non so. Mi rendi nervosa”.
“Se ne sono andati”.
“Allora”?
“Così”.
“Mi porteresti una bibita, per piacere”?
“Preferisco restare”.
“Guarda pure”.
“So che ti piace”.
“Quanto sei stupido”.
“Quanta sei”.
“Stronzo”.
“Ma allora non vuoi capire”.
“Anche troppo”…
“Dicevo”…
“Ma allora sei proprio cretino”.
“Quanto saresti”…
“Smettila. Subito”.
“Fai la brava”.
“Potrei dirlo a Milena”.
“E’ una minaccia”?
“Un consiglio”.
“Non vale dire e non fare”.
“Smettila”.
“Certo che… ti mangerei tutta. Sei come… tutta da gustare, Irina”.
“Non hai i denti per”…
“Non servono per”…
“Sarebbe”.
“Lascia stare”.
“Abbi il coraggio”.
“Leccare”.
“Sai dove puoi andare”?
“Sei una vera signora”.
“Me la porti o no? Cretino”.
“Birra o aranciata amara”?
“Aranciata, grazie”.
“Sentì com’è fredda”.
“Cazzo”!
“Potevi dirlo subito”.
“Ma allora sei proprio stronzo”!
“E tu”…
“Io cosa? Dillo”!
“Non vorrei dire”.
“E’ gelata”.
…
“Con questo caldo”.
…
“Ridi pure”.
…
“E’ un brivido… Bellissimo”.
“Nove settimane e mezzo”.
“Nove secondi e un decimo”.
“Forse ho qualche consiglio da dare al grande Omero”.
“Ora dammela”.
“E tu me la dai”?
“Dai. Cretino”.
“Vuoi bere dalla lattina”?
“Sono troppo… grande, per bere dalla cannuccia”.
“Un cazzo”!
“Ecco, bravo”.
“Sai che potrei?”…
“Il bagno è a destra. Subito dopo la stanza degli ospiti”.
“Com’è”?
“Amara”.
“Me ne lasci un sorso”?
“Vattene a prendere una”.
“Come sei generosa”.
“Anche troppo”.
“Grazie”.
“Non c’è di che”.
“Fammela almeno assaggiare”.
“Ma allora sei proprio un porco”.
“Vuoi vedere”?
“Tienilo a cuccia”.
“E tu… non svegliare il can che dorme”.
“Io?”…
“No! Irina”.
“Che ore sono”?
“Le undici”.
“E?”…
“Andati”.
“Sicuro”?
“Occhio non vede”…
“Mi passi la crema”?
“Vuoi che ti aiuto”?
“Meglio di”…
“Tranquilla”.
“Oggi proprio”…
“Mica mi dispiace”.
“E’ fredda”.
“Poi ti scaldo”.
“Cretino”.
“Stai un po’ ferma”.
“Attento alle mani”.
“Sgancialo”.
“Faccio da me”.
“Bene… Padrona”.
“Falla assorbire”.
“Come vuoi”.
“Che fai”?
“Ti spalmo la crema”.
“Non lì”.
“Bel culo… sodo”.
“Stronzo”.
“Bugiarda”.
“Togli le mani”.
“Sapevo che sapevi cosa volevi”.
“Smettila subito”.
“Non vale”.
“Che fai”?
“Ti spalmo la crema”.
“Cretino. Smettila Carlo. Vorrei tenerli gli slip”.
“Ti lasciano i segni bianchi”.
“Bella scusa”.
“Hai di meglio”?
“Boh! Non so”!
“Ecco”.
“Ti prego”…
“Sollevalo un po’”.
“Perché”?
“Dopo ti spiego”!
“Ora”!
“Intanto… girati”.
“Non ne ho voglia”.
“Bugiarda”.
“Stronzo”.
“Lo sapevo: tu ne hai sempre voglia”.
“Gli altri”?
“Te l’ho detto. Sai che sono andati a prenotare per stasera”.
“E se?”…
“Dovrebbero averne almeno per un’altra ora”.
“Milena?”…
“Si sta facendo il colore. E’ persa. Vuoi sapere altro”?
“Non sono tranquilla”…
“Però sei tutta”…
“E allora, che aspetti? Cretino”.
“Così mi piaci”.
“Sbrigati”.
“L’hai capito finalmente”.
“Vai a prendere la nutella”.
“Corro”.
“E porta anche le fette biscottate”.