Ci si trova spesso, le sera, con Lucio e Francesca. Quasi sempre da noi. Tra amici. Si chiacchiera un po’ e un po’ si spettegola. Si parla di tutto e di niente, della vita. Dei figli che se ne vanno, di quelli che non lo fanno mai, di quelli degli altri. Soprattutto di questi ultimi. Delle vacanze fatte e di quelle che avremmo voluto fare. Della signora Rosa. Dell’ultimo film che nessuno di noi ha ancora visto. Dell’appartamento che abbiamo visitato al Prenestino Centocelle. Dei cinesi. Della fermata della metropolitana che non hanno mai messo. Si beve un bicchiere. A volte si cena. Si sta in compagnia e qualche volta ci si fa una partitina.
Chissà cosa si era pensata lei quando avevamo proposto lo scambio delle coppie? Aveva cominciato a dire: «Sempre così voi maschi». Poi si era messa a ridere sotto i baffi. Gli era scappato in un sussurro: «Dov’è la novità»? Forse io mi sbagliavo. Poi si era morsicata la lingua. Aveva ingoiato quelle parole. Si era corretta osservando a voce un po’ meno bassa: «Non so… ci conosciamo da così tanto… Mi sembrerebbe»… Come se si sentisse in dovere di negare. Era riuscita anche a fingersi leggermente sorpresa e scandalizzata. Persino a farsi venire un rossore. Era stata solo lei che aveva frainteso. Su sollecitazione della moglie Lucio invece si era alzato subito per cambiare la sedia con me anche se visibilmente non era contento.
Francesca è una donna attenta, a cui non scappa un motto, sembrava indispettita, ma aveva ricominciato con indifferenza a distribuire le carte. Non era la mia serata. Ero tutto uno stringere gli occhi, sbattere le ciglia, e succhiare dal bicchiere. Mi sentivo già un po’ brillo. E non facevo altro che accendermi un’altra sigaretta. Se non era per la mia nuova compagna, non mi sarebbe rimasto che scusarmi e alzarmi dal tavolo. Magari fingere un mal di testa. Una corsa al bagno. Una scusa comunque per girare la sedia e sperare che così girasse anche la serata. Ma la sorte va sempre affrontata con un sorriso, anche se è un sorriso a denti stretti. O lei aveva sempre l’asso di briscola, o ce l’aveva lui, oppure… Le avrei mangiate le trevisane.
Poi mia moglie mi aveva toccato una gamba. Era un contatto che aveva qualcosa di rassicurante. Sono certo che le storie me le faccio io, dentro la testa. Mi aveva fatto l’occhiolino, ma ero altrettanto certo che non fosse un segno di gioco perché poi aveva gonfiato le guance. Mi sembrava stranamente nervosa, ma è da lei. Spesso è distratta mentre giochiamo. Non si ricorda di quelle scartate. Va liscia sul mio carico o lo chiama quando non ha nemmeno una scartina. E’ anche per questo che siamo la coppia più perdente delle partite in famiglia; dell’intero condominio. A volte mi chiedo dove ha la testa. E allora sacramento dentro di me e le dico: Ma Amore… e alzo gli occhi al cielo. Naturalmente fraintende sempre anche se il re è già uscito. Così ero contento di trovarmi in coppia con Francesca. Lei è sempre attenta e quella sera anche silenziosa. Però le cose erano decisamente migliorate e la serata era diventata brillante, interessante.
Vinta la prima le altre hanno cominciato ad andare sul velluto. In quel momento si era fatta proprio attenta perché a lei non piace perdere e, diversamente da Francesca, non cerca di dare sempre la colpa a me. Mi sono preso un calcio dalla mia nuova compare quando mia moglie aveva segnato ancora un asso che non aveva. Ho detto Che ne dite di un buon caffettino. Vado io. –chi tace acconsente e sono andato in cucina. Ho fatto scorrere l’acqua intiepidita. Stavo ancora riempiendo la moka quando è arriva Francesca a ruota: Non pensi che potrebbero sospettare qualcosa? Mi sono girato per guardarla e ho cercato di inventarmi un sorriso: Non è possibile; Lei si fida ciecamente di me, tesoro. E’ solo perché è strana. Sai com’è lei. Dicevo così. Tanto perdiamo lo stesso nonostante il tuo piccolo aiutino. Hai ragione. Non pensiamoci, stasera Checca siamo assieme e voglio prendermi qualche rivincita. E’ lei. Non ci posso fare niente. Sbrighiamoci altrimenti avranno ragione a pensare. Tu prendi la grappa. Forse dovremmo cambiare gioco. Non quella, l’altra. La prossima volta ci vediamo un film. Forse sarebbe meglio. Non c’è altro da fare. Come va con lui? Meglio.
Mentre stavamo per raggiungerli a Francesca sorge un dubbio: E se si sono accordati per cambiare i motti? Ma cosa vai a pensare; Lei si scorda anche quelli che dovrebbe fare di regola. Già! Stasera puoi giocare come sai, facciamogli vedere chi siamo –e le appioppo una gran pacca sul sedere mentre siamo ancora in corridoio. Non fare il cretino; sai che a me piace vincere sempre.
Scambio di coppie
16 Maggio 2017 di Mario
Il “Sempre così voi Maschi” è fortissima… hahahah Bè sono anni che noi pratichiamo lo Scambio di Coppia ed è assolutamente fantastico. Carino questo racconto, è poi quello che accade nella realtà, non solo nella vita delle coppie scambiste. Evviva lo Scambio di Coppia.