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Posts Tagged ‘Rino Gaetano’

franca1Strana la mia storia, cioè la nostra. Io e Lei. Cioè questa è la nostra canzone. Oggi. Canzone che nemmeno ricordavo. Sono state altre a farci… ballare. Altre ad essere un pretesto ruffiano. Superfluo. Sono state altre a farci del male. Da continuare a ricordare. Una storia fra le storie. Una canzone che sembra raccontarci. Raccontare noi come tanti di quella generazione. Generazione di ragazzi; la prima. L’ultima? spero di no. Non sta a me dirlo. Una stagione da ignari protagonisti. Da zingari felici. Da navigatori. Da erranti. Con gli occhi assetati di mondo. Ignari di tutto. Persino di noi. E dell’amore. Ma forse l’abbiamo già raccontata. Forse è simile ad altre storie, ma è la nostra. E il pudore non basta.
Già! l’amore. Quel mistero di allora. Che ancora un po’ rimane. E incanta. Com’eri bella. E le parole mi riuscivano difficili. Poi leggere. Poi fluivano. Non riuscivo a fermarle. E poi l’imbarazzo. E allora cercavo di mostrarmi sicuro. E il suono delle tue parole ti faceva molto più bella. Tutto era facile. Tutto era naturale. Finché non abbiamo affogato i nostri timori in un bacio. Lo ricordo come ora. Quella sera. E tutte le mie ansie. E la consapevolezza che la vita mi avrebbe portato via. Mi avrebbe strappato dalle mie cose. Dagli affetti. Dagli amici. Dalla calle dove cercavo le tue braccia. Ma si ha vent’anni una volta sola. E avere vent’anni è un dramma quando si hanno per la prima volta. Purtroppo il tempo non ripete le sue filastrocche. Una volta li hai e poi se ne vanno. E tutto cambia. E tutto è cambiato. Quello che dicevo non era quello che speravo. Eppure sentivo che qualcosa di noi ci apparteneva per sempre. Non si è mai abbastanza stupidi a quell’età. E’ da allora che mi son conservato un “Scusami”.
Sapevo che si consumava una fine. Allo stesso tempo non volevo crederci. E’ per quello che non ci siamo salutati come avremmo voluto. E che per dar credito alla vita abbiamo dovuto perderci. Le parole non nascondono nulla. E’ tutto molto semplice. Non ho voluto legarti a me e allo stesso tempo ho sperato che tutto durasse per sempre. Sapevo tutto ma non volevo credere che l’amico più caro potesse rubarmi quel sogno sapendolo. Ed è così che le tue parole mi hanno colto comunque di sorpresa. Non le ripeto perché le soffro ancora. A sbagliare in due non è più facile rimediare.

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Ritratto di Rino GaetanoStrani anni gli anni 70. Preceduto e introdotto da giorni duri e drammatici è il periodo in cui comincia il disincanto e il disimpegno; la leggerezza. E’ anche il decennio che si cerca di dimenticare. Scopriamo che l’italiano è tutt’altro che un popolo beota e buonista, bonaccioso. Sono gli anni drammatici e controversi dell’avventura del terrorismo. L’Italia è di fatto attraversata da una guerra civile. Ogni giorno si contano i morti e comincia oggi ad esserci una buona bibliografia a riguardo. Con la strage di via Fani (1978) si chiude di fatto il grande sogno del sessantotto. Non lo chiude un temuto colpo di stato, forse uno strisciante di cui nemmeno ci siamo accorti, palesemente lo chiude l’avventura disperata del brigatismo che, come dice Manfredi, vuole colpire un cuore che non c’è, il cuore dello stato. In musica sono anni di “canzonette” ma sono anche gli anni in cui la musica cerca percorsi nuovi e una dignità. Da una parte si sviluppa la ricerca di contaminazione del progressive rock. Contemporaneamente influenzata maggiormente dal blues e dalla semplificazione nasce quella musica che diventerà l’Hard rock. Ma questo ci sta portando fuori strada. In effetti potrei pensare a introdurre quella via di mezzo di quei gruppi che poi faranno questa “musica dura”. Volevo invece oggi introdurre un cantautore piuttosto conosciuto, quel Rino Gaetano tipico esempio del decennio anche perché incontrerà una morte violenta nel 1981; vedrà cioè solo l’alba del decennio successivo. Nella sua musica appare quell’ironia corrosiva che influenzerà altri artisti. Si mescola un impegno solo quasi accennato ed un finto disinteresse per la politica e la società. C’è una critica nuova e una freschezza armonica altrettanto nuova per il mondo dei nostri cantautori. Qui vorrei ricordarlo usando una delle sue prime canzoni che incise insieme a Anna Oxa proprio per il suo primo disco Ingresso libero nel 1974: Ad esempio a me piace il sud. Forse non uno dei più noti successi ma i più noti continuiamo a sentirli fino ad oggi. Buon ascolto.

Ad esempio a me piace la strada
col verde bruciato, magari sul tardi
macchie più scure senza rugiada
coi fichi d’India e le spine dei cardi
Ad esempio a me piace vedere
la donna nel nero nel lutto di sempre
sulla sua soglia tutte le sere
che aspetta il marito che torna dai campi
Ma come fare non so
Si devo dirlo ma a chi
Se mai qualcuno capirà
sarà senz’altro un altro come me
Ad esempio a me piace rubare
le pere mature sui rami se ho fame
e quando bevo sono pronto a pagare
l’acqua, che in quella terra è più del pane
Camminare con quel contadino
Che forse fa la stessa mia strada
parlare dell’uva, parlare del vino
che ancora è un lusso per lui che lo fa
Ad esempio a me piace per gioco
tirar dei calci a una zolla di terra
passarla a dei bimbi che intorno al fuoco
cantano giocano e fanno la guerra
Poi mi piace scoprire lontano
il mare se il cielo è all’imbrunire
seguire la luce di alcune lampare
e raggiunta la spiaggia mi piace dormire

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