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Archive for 1 ottobre 2008

Proposito ambizioso quello del buon, si fa per dire, Taragnin: essere eletto sindaco senza potersi candidare (sarebbe il suo terzo mandato). Fagli capire a questi testoni di Spinolenti che scegliere Trevisan è lo stesso uguale che votare Taragnin. Eppure anche a Treviso ci sono arrivati e non è che ci sia proprio una grande opinione, da noi, a Spinola, sulle capacità intellettive di quelli della marca. Forse è per questo che si continua a dubitare anche su quelle del Trevisan; non è che poi si presenti proprio come un falco. Intanto lui, il Taragnin, sta abbozzando il programma tutto in segreto. Veramente ognuno si fa il suo e vedremo dopo, alla fine, in questa ridda di programmi che cazzo succederà. Che poi tutti ci infilano tutto di tutto e l’intera galassia che a guardarli, ‘sti programmi, tutti sembrano uno. Intanto elabora grandi strategie così che dovesse perdere, cosa che danno per più che probabile anche i suoi più accaniti estimatori, potrà sempre dire che ha perso sì! ma per grandi ideali e perché lui non scende a compromessi. Dichiara che non accetterà mai di allearsi con quelli che non vogliono allearsi con lui. Lui chi? Visto che è uscente e non può essere entrante. Non è sempre facile capire le grandi alchimie dei grandi della politica e lui lo crede anche se non per l’altezza. Nel frattempo si fa uno spritz.
Si sa che in queste cose la miglior politica e spararle tutte e spararle grosse. E lui l’ha presa proprio sul serio ‘sta roba del programma. Ciclopico. Ci perde persino ore di sonno. E il senno (a trovarlo). Sarà, con tutta probabilità, la sua opera omnia. Ha il terrore di dimenticarsi qualcosa. Per le scuole facciamo scuole. Per le strade… beh! asfaltiamo, e dove non c’è altro da fare gli cambiamo almeno il nome. Che con un nome nuovo ci si possono fare almeno due o tre inaugurazione; docet impara (questa non so proprio da dove se l’è presa). E’ una vera faticaccia. Non ci dorme di notte. Che lui a scrivere mica gli piace troppo; na roba da intellettuali. Veramente qualcuno dice che si limita a dettare, e quel qualcuno è un qualcuno che lo conosce. Se lo prendi da parte, quel qualcuno, e riesci a metterlo libero, ma proprio libero di raccontare, allora ti racconta che non è solo per la calligrafia, serebbe il meno, ma anche perché sarebbe tutto una selva di segnacci rossi. Ma ve la immaginate una via dei Gerani proprio in un posto dove l’ultimo file d’erba l’aveva calpestato Attila in persona, di passaggio, e poi, quel filo, se l’era mangiato il suo cavallo disperato di tanta desolante desolazione? Questo naturalmente è un paradosso perché la cosa più antica di Spinola è nonna Alberta. Al  nostro, ce ne scampi, di scrivere gli viene sete. Nel frattempo si fa un bianchetto.
Nei pressi sorgerà la nuova sede dei carabinieri. Le malelingue pensano già di riconiare il nome della via in via Tana. E’ per la sicurezza. Meglio non indagare oltre. Tutti parlano di sicurezza. E’ una cosa che tira. E’ dalla nascita della stessa nonna Alberta che si parla di questa caserma. Se l’avessero fatta ogni volta che l’hanno promessa ne avremmo almeno quindici. Un po’ come per la piscina. Si sa poi che quello stipendio non spinge certo ad atti di eroismi e i nostri eroi non hanno mai fatto difetto di pavidità. Ma ogn’uno ha i suoi e, caso per caso, ogn’uno ride delle proprie disgrazie. Certo che non sanno più quante inventarsene appena si avvicina la tornata elettorale. Ora anche la nuova stazione dei carabinieri. La città è un intero quartiere. Solo fino a qualche giorno fa sembrava fosse inabitata. Ora è tutta una ruspa. Ci si affanna attorno ad ogni buca. Si asfaltano anche gli scarichi dentro i tombini. L’aria e tutta impregnata di fumo e di pece. I miei concittadini nemmeno parlano più; borbottano tra un colpo di tosse e un altro. Non ci si può fidare di stendere la biancheria, ne di lasciare una finestra aperta, ché oltre al puzzo rischi che ti asfaltino anche le camicie; e le mutande. Che poi il nero non è che sta bene proprio a tutti. A me, ad esempio, da il prurito. E non ho nisogno di un colore che mi smagrisca, si limita a smuntermi. Giorgio de Giorgi, il mio medico condotto, di simpatie per il psiconano, mi assicura che si tratta di una non leggera forma di deprecabile allergia. Deprecabile… fanculo; anche se anche per lui, il medicastro scrivano, il troppo è troppo e stroppia.
Oggi si racconta che Giovanni Bellavoce, assessore alla cultura in numerose occasioni e consigliere grammaticale del sindaco, sia stato messo in quel posto anche per mostrare che qui, a Spinola, nessuno è razzista; per mettere in agio i migrati. Non è vero, anche se il Giovanni continua a parlare un italiano molto approssimativo. E’ solo che il suo barbaro dialetto sudista gli ottunde le parole e le idee (affermazione molto azzardata, quest’ultima). Lui, anche se non lo fanno assessore, si siede in quella sedia, occupa l’ufficio e lo fa. Lui continua ancora a comportarsi come il più importante intellettuale di Spinola. Anche non fosse per Lei, fortuna vuole che ci siano anche dei giovani virgulti emergenti. Abbiamo persino un concorso di poesia, una ricca biblioteca e qualche musicista che per suonare musica deve andare lontano (recentemente fino in Danimarca). Fortuna vuole che, per semplificare le cose, il suddetto grande musicista sia anche bibliotecario ma non c’è nessun merito dell’amministrazione in questo. Loro, viceversa, pensavano di fargli un dispetto. Cazzo! di questi di sinistra non te ne riesci mai a liberare abbastanza. Comunque quando parla il Giovanni e parla un, ad esempio, Tunisino, si capisce allo stesso modo poco. Molto poco. Più che altro si immagina. E qui posso dire tutto quello che voglio e anche le sacrosante verità perché tanto non mi legge nessuno. Stessa cosa del Giovanni che come pubblico, quando parla, ha sempre la stessa persona: Nessuno. Ma il Giovanni nessuno è mai riuscito a toglierselo dai coglioni, prima o subito ricompare e uno si tocca e controlla il portafoglio. Va bene a fidarsi ma… meglio essere prudenti.

Una domanda per i compagni e gli amici:
Che ne dite se stavolta proviamo a vincere?

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