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Archive for 24 ottobre 2008

Caro Presidente (già psiconano)
Mantenga la calma. Io li ho visto. Tutti hanno potuto vederli, i facinorosi. Quando Lei afferma «gli studenti in piazza hanno “l’appoggio della sinistra estrema e dei centri sociali” e “il supporto dei giornali”» non abbiamo elementi sufficienti per non darLe fiducia. Non possiamo dubitare che i suoi giornali, che le sue televisioni e quelle che controlla, non riportino notizie false e tendenziose. Eppure mi sorge un dubbio: hanno la faccia pulita dei ragazzi giovani, dei nostri figli, quei ragazzi. L’espressione sorpresa e impaurita di chi si trova davanti ad una cosa più grande di lui. Balbettando cercano di spiegare che il loro paese sembra sfasciarsi torno. Si sentono oppressi da un senso di impotenza, senza futuro. Mi avevano ricordato il sessantotto ma è stato solo un attimo, poi hanno fissato dentro le telecamere e ho visto. Qualcuno non riesce nemmeno a spiegare il suo disagio. Lei non è assediato, a difendere la libertà, in una roccaforte circondata dai soviet. Evocare i fantasmi ha fatto la sua fortuna ma la fortuna può anche cambiare. Crede sia sempre un bene calcare la mano?

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Cara Gina
Come si può, non lo so immaginare, spiegamelo tu, come si può vivere con la valigia sempre pronta? Spingersi oltre il confine per scoprire che non c’è nessun confine? Come si può vivere la vita di altri? E tante piccole vite, come frammenti spezzati? Tante piccole vite che messe insieme non ne fanno una? Amare e partire? Essere decisa da altri? E ritrovare il sorriso ogni mattina? E ritrovare il mattino? Tornare solo per ripartire? Per entrare nelle parole degli altri? In altri abiti? Come si può?
Aspettare una lettera d’amore – o mille – che non ti può trovare?
Sei partita da dove la storia è finita per ritrovarti dove la tua è cominciata. Quasi dal silenzio. Senza dire niente. Altro. Niente che lasciava presagire; nulla. Capace di eludere. Capace a farti attendere – ogni attesa è sempre lunga. Non ti conoscessi direi che ogni attesa nasconde la lusinga di farsi attendere, l’illusione di essere desiderata. Nasconde il nostro immenso bisogno di essere amati. E di far soffrire finché questo diventa vero. Perché prenda corpo. Perché gridi nel bisogno. Perché ci sia conferma. Per essere convinti. Per vedersi bella. Tutto quello che vedo io non te lo posso che tacere. Se dovessi dire direi che ti vedo bella. E tu ti nascondi a me e a te stessa.
Il tuo volto dispare e ogni volto è tuo. Conosco altre canzoni come la tua. Già altre volte le ho sentite suonare. Magari in sottofondo. Nemmeno un fazzoletto si scuote a salutarti. Hai scelto il silenzio. Questo amico ti insegue galante. Goffamente galante, furbescamente cerimonioso, come con intimità. E tutto è goffo nella sua vanitosa banalità. Un amico ci cerca frugando da per tutto. Occhi di donna ti guardano come si guardasse allo specchio. E altri ancora. Si lascia sempre un pezzo di sé quando si parte. E tutto il resto è dubbio e frammenti.
La fretta non è mai stata una buona consigliera, ma la pazienza non è mai stata dote che sia riuscito governare compiutamente. Mostrami quello che i tuoi occhi vedono. E mostramelo ancora. E continua a farlo (mentre intorno a te tutto si fa armonia).
Lettera da un noto sconosciuto

Equipe 84: Casa mia [Audio “http://www.fulminiesaette.it/_uploads/musica/rock_mus/Equipe 84 – Casa mia.mp3”]

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Memorie

Ricordo un vecchio slogan nato in una mia vecchia esperienza (una quindicina d’anni fa): “Chi non occupa preoccupa“.

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Le news di Libero avvisano dell’arrivo del reggiseno col GPS. Ho alcune conoscenze che si sarrebbero accontentate dell’arrivo del reggiseno con le tette.

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