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Archive for 18 aprile 2009

Da me a me

Caro PrimaPersonaSingolare
e p.c. NavigatoreCortese
bustaIo sono solo parole, non quello che si nasconde dietro alle parole. Sono nel loro uso. Nel loro insieme. Nel loro collocarsi sui fogli, sul monitor. Parole. Sono piccola e modesta prosa. Cercare. Frugare. Chiedere sempre una ragione non è. Indagare esperienza non sempre ha senso. Spesso, fin troppo spesso, parlo d’altro o di altri. Ciò che è si nasconde, a volte, fin troppo bene. Sono un blogger. Questo non è un diario elettronico. Non ha mai voluto esserlo. Non ne ha la pretesa. Se ne ho indugiato spero sia la colpa del momento. Non faccio cronaca, se non di rado. La lascio a chi ne è più capace. Sono mestruazione verbali di un logorroico della lingua scritta. Sono il suo mondo parallelo. Ciò che conta è la quota di scrittura. Dove e come comunica. Ciò che lascia vedere e ciò che suggerisce. Il mio io, qui, è un alter ego; piange e ride solo per la rete. Piange e ride solo a comando. E’ la maschera. Non ha sentimenti veri. Non soffre in realtà. Non gioisce in realtà. E’ solo l’idea della sofferenza e del piacere. In verità non ho mai parlato con dio né lui s’è dato la pena di parlarmi. O era solo un dio piccolo, molto umano, fatto dei vizi, delle frivolezze, delle arroganze. Infine (caro amico ti scrivo) della sua aria saccente di cui non si può liberare. Lo crede un debito. Ed è stato un attimo. Un attimo sbadato. In realtà non esiste una Bambola o una fata o un Angelo o ne esistono più d’uno (mi spiace deludere). Con molta probabilità nemmeno lo sanno. Né esiste questa Spinola e il suo bar da Clara. Ed in ogni città, in ogni paese, anche piccolo, ho incontrato questi personaggi. O nessuno di loro. Non esiste, attorno a quei tavoli, un uomo chiamato Martino. Almeno come uomo. E se si siede è un dialogo muto. Non ha un proprio volto. E’ vuoto assoluto. E Gerardo, che tutti chiamano Bostik, è solo un parto di fantasia. Così come Toni 4polmoni. La banda di amici. La mafia del paese. Queste lettere cercano destinatari che non sono mai stati iscritti a nessuna anagrafe. Figure di libri. Figure mai esistite. Amori svaniti. Mai agognati; se non qui e nel recente. Compagni di solitudini. Silenzi. Solo la musica, e i suoi autori, è vera. E’ lei a scegliermi. Io non scrivo musica. Anche se apparentemente ma non scrivo nemmeno di musica. Mica sono un critico. Ho persino il dubbio di essere stato ragazzo. Di aver avuto vent’anni nel sessantotto. Forse mi nascondo. Da chi? Probabilmente solo da me. Certo non mi sono mai amato nemmeno allo specchio. E questo è un teatro in cui non mi volevo esibire. Rischio persino di essere noioso nel ripeterlo. Spesso è un dialogo senza autori. Parole che rimbalzano da altri blog; provocate. Echi svogliati. Al limite sono colui che non c’è. Qualcosa che non esiste. Un illusionista. Una lusinga. E di parole sono anche i miei vestiti. Nemmeno i giorni sono fatti di ore.
Tuo affezionato Blogger

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